Le prospettive del turismo italiano dopo il Coronavirus
Migliaia di disdette e cancellazioni sono arrivate alle strutture ricettive italiane
L’emergenza sanitaria internazionale legata al Coronavirus ha avuto gravi effetti sull’Italia e il turismo è uno dei settori che ha accusato il colpo in modo significativo.
Migliaia di disdette e cancellazioni sono arrivate alle strutture ricettive italiane, che si sono trovate in una situazione di stand-by senza sapere quando (e se) quest’anno la stagione turistica potrà iniziare, anche se alcune regioni indicano possibili date di apertura. Come potrà riprendersi il turismo italiano (nel 2019 ha rappresentato ben il 13,2% del Prodotto Interno Lordo nazionale), data anche la sua enorme importanza per l’economia del paese?
Per rispondere a tale quesito, il dipartimento ricerca World Capital ha sviluppato uno studio volto a delineare le prospettive del turismo italiano e un possibile scenario di parziale ripresa per un settore di così grande importanza per l’economia italiana. Un primo aspetto fondamentale da prendere in considerazione è la stagionalità del turismo, che in Italia copre il trimestre estivo (giugno-agosto), in cui complessivamente si concentra circa il 50% delle presenze totali annuali. I turisti stranieri hanno da sempre un forte impatto sul turismo italiano; nel 2019 tale fetta del turismo ha infatti rappresentato ben il 50,3% delle presenze totali su territorio nazionale. Focalizzandoci sull’impatto massimo del Coronavirus sul turismo straniero in Italia, esso può essere ricondotto ai mesi di marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, che rappresentano circa il 50% delle presenze annuali. Come possiamo dunque compensare questo 50% per garantire una ripresa del comparto?
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